Lunedi 3 maggio si è svolto il secondo sit-in davanti all’ambasciata giapponese a Roma per chiedere il rilascio del cittadino neo-zelandese Pete Bethune, detenuto dal 12 marzo in Giappone. Pete Bethune era il capitano della nave Ady Gil, parte della flotta della Sea Shpeherd impegnata nella campagna di lotta contro la caccia alle balene nell’Antartico. Dopo che i giapponesi hanno affondato volontariamente la sua nave, Pete bethune è salito a bordo della baleniera per effettuare l’arresto del capitano della Shonan Maru 2 e per chiedere un risarcimento di tre milioni di dollari per i danni subiti.
Da allora il cittadino Pete Bethune è stato portato in Giappone dove è stato arrestato e incolpato di cinque capi di accusa; rischia ora fino ai 15 anni di carcere.
Organizzeremo sit-in regolarmente, finché i governi giapponese e neo-zelandese si non si renderano conto della gravità di quello che sta accadendo: ancora una volta si chiudono gli occhi sul vero problema, quello della caccia selvaggia alle balene, e si incrimina invece un cittadino che ha tentato di impedire questi massacri.
E importante non lasciare Pete, e chi come lui lotta per la difesa dell’ambiente e delle specie animali, da soli, e dimostrare invece che siamo in tanti e che non taceremo davanti a questi orrori.