Ci sono tanti movimenti ambientalisti che invitano ad abbracciare gli alberi: per salvarli.
C'è una bellissima storia di una donna indiana che, per opporsi al taglio di un bosco deciso dal re, abbracciò un tronco. Venne decapitata, e con lei 300 persone che la imitarono, ma alla fine il re fermò la strage, promettendo che non avrebbe mai più abbattuto alberi. A questa vicenda si ispira il movimento pacifista Chipko, e anche noi dovremmo imparare. Trecento anni fa, più di 300 membri della comunità Bishnoi nel Rajasthan (India), guidati da una donna di nome Amrita Devi, sacrificarono le proprie vite per salvare dall’abbattimento i loro khejri, alberi sacri, cingendoli con le braccia. Inizia con quest’evento la storia documentata del Chipko.
L’attuale Chipko è popolarmente riconosciuto come un movimento per la rinascita del potere delle donne e delle questioni ecologiche, la cui storia, nel Garhwal Himalaya, è un mosaico di eventi e di attori molteplici. Mira Behn, una delle più strette discepole di Gandhi, trasferitasi nella regione dell’Himalaya alla fine degli anni ’40, qui cominciò ad osservare le spaventose alluvioni che si riversavano nel Gange. La deforestazione inesorabile e la coltivazione di pini commerciali, al posto di alberi a larga foglia, erano senza dubbio la causa di quanto accadeva. Si fece voce presso i responsabili ed intraprese un progetto comunitario con la popolazione locale, dalla quale imparò che non basta piantare alberi, ma occorreva piantare quelli ecologicamente adatti. La base organizzativa delle donne si consolidò negli anni ’70, che videro l’inizio di frequenti manifestazioni popolari, specie contro lo sfruttamento fatto dagli appaltatori che venivano dall’estero.
Anni dopo, nel dicembre del 1987, a Stoccolma venivano consegnati due premi: Robert Solow, del MIT, riceveva il premio Nobel per l’economia, per la sua teoria della crescita basata sulla superfluità della natura; contemporaneamente, il premio Nobel alternativo – Premio per il diritto alla vita – è stato conferito alle donne del movimento Chipko che, come leader e come attiviste, hanno posto la vita delle foreste al di sopra della propria e, con le proprie azioni, hanno affermato che la natura è indispensabile alla sopravvivenza.
Nella seconda foto allegata guardate il curioso cartello per i vistatori dei Royal Botanic Gardens di Sydney con l'invito ad < hug the trees> (abbracciare gli alberi).
E' sicuramente un'esperienza che può dare delle magiche sensazioni: il benessere e la quiete che vengono trasmesse nell'abbraccio sono un vero antidoto alla frenesia del contemporaneo. Perchè non provate?