Barcellona, 28 luglio 2010. Mai più corride a Barcellona. Il Parlamento della Catalogna ha approvato l'iniziativa legislativa popolare per l'abolizione della corrida nella regione . I voti a favore dell'abolizione sono stati 68,  55 i contrari  e 9 gli astenuti . L'iniziativa, arrivata nel Parlamento regionale lo scorso dicembre, era stata promossa dall'associazione animalista "Prou! ", con il sostegno di 180.000 firme.
Con il voto del 28 luglio la Catalogna, terra aperta e civile da sempre, diventa la prima regione della Spagna continentale a vietare la corrida sul suo territorio,e la seconda dopo l'arcipelago delle Canarie, che hanno già proibito l'orrendo spettacolo nel 1991. E' una decisione epocale che rispecchia il sentimento della stragrande maggioranza della gente non solo in Spagna.Scriviamo al Parlamento di Catalogna per congratularci. La tecnica dell'applauso, cioè il sottolineare , confermare le buone azioni, le buone decisioni, è la strategia migliore .

L'atteggiamento verso gli animali in tutto il mondo civile è cambiato anche grazie a Internet colla sua capacità di informare grandi numeri di persone su argomenti finora celati al grande pubblico e noti solo a pochi, come il fatto che gli anfiteatri usati per le corride negli ultimi tempi si riempivano solo a metà e quasi solo di turisti intruppati da agenzie demodé, così come pochissimi finora  sapevano che i vescovi spagnoli sono i maggiori proprietari di allevamenti di tori da corrida, e che sono le suore dei conventi a fabbricare le banderillas da infilzare nella groppa del toro per inferocirlo.

Combattiamo allora gli spettacoli con animali anche in Italia. Per esempio la corsa dei buoi in Puglia, a Chieuti, " in onore di San Giorgio". Non si vede come san Giorgio possa essere onorato dalla tortura cruenta di poveri animali , a  gravi sofferenze come risulta sia dai filmati sia dalle  denunce presentate. I catalani  ce l'hanno fatta raccoglendo 180.000 firme. Noi cominciamo a mandare una pioggia di lettere al Vescovo di Foggia, perchè dichiari che la Chiesa NON considera espressione di religiosità una manifestazione  cruenta come la corsa dei buoi di Chieuti . E scriviamo anche al Presidente della Regione Puglia, che non conceda alla corsa dei buoi di Chieuti il riconoscimento di manifestazione storica o culturale, perchè la tortura non può essere considerata né arte né tortura.

Per chi vuole sostenere il Comitato Europeo Difesa Animali che combatte questa e altre battaglie per proteggere gli animali, ecco i due moduli per la protesta :

All'Egr. Mons.Lucio Renna
Curia Vescovile
Via Soccorso 38
71016 SAN SEVERO FG

"Egregio Mons. Renna,

la corsa dei buoi di Chieuti si tiene "in onore di San Giorgio". Detta corsa è particolarmente cruenta per gli animali , come risulta sia dai filmati , sia dagli atti giudiziari derivanti dal le denunce presentate.
Ritengo impensabile che la Chiesa possa considerare espressione di religiosità questo genere di manifestazioni e quindi Le chiedo cortesemente una dichiarazione in tal senso.
Cordiali saluti.
firma e indirizzo

e allo

Egregio Sig. Presidente della Regione Puglia
Nichi Vendola
Lungomare Nazario Sauro,33
70121 BARI

" Egregio Presidente,

con la presente voglio esprimere il mio completo appoggio alla richiesta delle associazioni animaliste di non concedere alla corsa dei buoi di Chieuti il riconoscimento di manifestazione storica o culturale.
Tale corsa, come si evince sia dai filmati sia dagli atti giudiziari derivanti dalle diverse denunce nel corso degli anni, provoca notevole sofferenza agli animali.
La tortura non può essere considerata né arte nè cultura, e sono certo che anche Lei condivida questo principio.
Cordiali saluti.
firma e indirizzo

Forza! Combattiamo! Vinceremo, come i catalani!

Luciana Marinangeli